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Integratori alimentari: quale ruolo nella salute?

Legittimamente, il consumatore si chiede: sono utili o no?

In quali casi è opportuno assumerli? Sono sempre privi di rischi?

Il mercato degli integratori

In una fase non certo florida per la nostra economia, un settore merceologico decolla. Il rapporto CENSIS pubblicato nel giugno 2019 ha messo in luce un aumento di vendite di integratori alimentari nel nostro Paese. Un trend in costante ascesa, che ha fatto conquistare all’Italia la pole-position dei consumi in Europa.

Uno studio commissionato da FederSalus ha registrato un ulteriore incremento a giugno 2020: il lockdown della scorsa primavera non ha intaccato un fiorente settore, che incontra le attenzioni del pubblico anche grazie alla vendita tramite farmacie e parafarmacie online. I consumatori italiani quindi sono disposti a spendere per gli integratori, nella convinzione che facciano bene e, di certo, non possano fare alcun male.

È utile saperne qualcosa di più.

Gli integratori hanno una regolamentazione differente dai farmaci

Secondo la normativa italiana, che recepisce le direttive europee, gli integratori sono prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta (1). Un concentrato di nutrienti a base di vitamine, minerali o altre sostanze (ad esempio, aminoacidi, acidi grassi, fibre o estratti di origine vegetale).

Lo scopo?

Correggere carenze nutrizionali, mantenere un adeguato apporto di alcuni nutrienti o coadiuvare specifiche funzioni fisiologiche. Le confezioni contengono forme predosate (compresse, capsule, flaconcini) e devono sottostare a precisi requisiti per la etichettatura. Deve essere chiaramente specificato che non sono sostituti di una dieta varia e non può essere attribuita alcuna proprietà di prevenire o curare le malattie.

Quindi si tratta di alimenti!

Non un settore regolato come i farmaci… anche se li possiamo trovare in farmacia.

Chi ci garantisce che si tratti di buoni prodotti? Come per tutti gli alimenti, si fa garante l’European Food Safety Authority (EFSA) che ha sede a Parma e coordina una rete di esperti di ogni nazione. I controlli riguardano le corrette pratiche di produzione ma — contrariamente a quanto avviene per i farmaci — per commercializzare questi prodotti non sono previste prove di sicurezza o efficacia.

Reale necessità di integrare l’alimentazione con supplementi e possibili effetti collaterali.

Un Position statement della fondazione GIMBE ha cercato di fare chiarezza in un ambito complesso (2). Analizzando la situazione con un approccio scientifico, emerge che i consumatori fanno spesso un utilizzo improprio di integratori alimentari: una dieta bilanciata sarebbe più utile a garantire l’apporto adeguato di nutrienti.

Più preoccupante è il dato che l’uso di questi prodotti si associa con frequenza a effetti indesiderati. Vitamine e minerali provocano effetti avversi se assunti in dosi eccessive. Inoltre, gli integratori potrebbero essere controindicati in caso di patologie concomitanti, e la loro assunzione rischia di interferire anche seriamente con le terapie farmacologiche in atto.

Consumi rilevanti, benefici trascurabili e non privi di rischi, dunque?

Bisogna distinguere le situazioni.

In condizioni normali, una dieta equilibrata fornisce le quantità biologicamente ottimali di tutti i nutrienti necessari alla salute. Vitamine e oligominerali sono meglio assorbiti insieme ai cibi rispetto a quando li si assume isolatamente. In particolare, numerosi studi clinici hanno dimostrato che negli adulti in buona salute i tanto pubblicizzati supplementi multivitaminici e multimineralici non giocano alcun ruolo nella prevenzione di tumori, malattie cardiovascolari o decadimento cognitivo.

Contrariamente alle aspettative, sostanze antiossidanti come il betacarotene, la vitamina A e vitamina E possono aumentale la mortalità  se assunti a lungo termine in dosi superiori alla dose giornaliera raccomandata (Recommended Daily Allowance, RDA) (3).

In casi estremi, l’uso inappropriato o esagerato di integratori alimentari può portare i malcapitati al pronto soccorso. Rischi maggiori si riscontrano con l’assunzione di integratori a scopo dimagrante, in particolare in giovane età, come presentato nel grafico tratto dall’articolo di Geller del 2015 (4, 5).

Il consumo di specifici integratori può essere utile e raccomandato in determinate fasi della vita (neonati, donne in gravidanza, anziani) e in sottogruppi di soggetti con situazioni patologiche nelle quali può sussistere il rischio che la sola dieta non soddisfi il fabbisogno nutrizionale.

Anche in questi casi, è bene non attivare iniziative fai-da-te, ma chiedere consiglio ai medici nutrizionistifigure sanitarie competenti. Purtroppo, in Italia come in molti altri Paesi, la scienza della nutrizione è affrontata in modo molto frammentario nel percorso di studi universitari dei futuri medici. Per questo autorevoli riviste internazionali dedicano articoli alla corretta informazione della classe medica (6).

 

Riferimenti scientifici

  1. Direttiva 2002/46/CE, attuata con il D. Lgs. 169/2004
  2. Alimenti, diete e integratori: la scienza della nutrizione tra miti, presunzioni ed evidenze. Evidence 2018;10(4): e1000180. https://www.evidence.it/articoli/pdf/e1000180.pdf
  3. Bjelakovic G, Nikolova D, Gluud C. Antioxidant supplements to prevent mortality. JAMA. 2013 Sep 18;310(11):1178-9.
  4. Geller AI, Shehab N, Weidle NJ, Lovegrove MC, Wolpert BJ, Timbo BB, Mozersky RP, Budnitz DS. Emergency Department Visits for Adverse Events Related to Dietary Supplements. N Engl J Med. 2015 Oct 15;373(16):1531-40.
  5. Or F, Kim Y, Simms J, Austin SB. Taking Stock of Dietary Supplements’ Harmful Effects on Children, Adolescents, and Young Adults. J Adolesc Health. 2019 Oct;65(4):455-461.
  6. Manson JE, Bassuk SS. Vitamin and Mineral Supplements: What Clinicians Need to Know. JAMA. 2018 Mar 6;319(9):859-860.
  7. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_191_allegato.pdf
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