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Categoria: Conoscere il cibo
Alimenti ultra-processati: una questione di dipendenza?
Negli ultimi anni, l’attenzione della ricerca scientifica si è concentrata sugli alimenti e sulle bevande ultra-processati (UPF), non solo per i loro effetti sulla salute, ma anche per il potenziale coinvolgimento nei complessi meccanismi della dipendenza alimentare.
La crescente disponibilità e diffusione di questi prodotti – formulati industrialmente con ingredienti raffinati, additivi, aromi e dolcificanti – ha sollevato interrogativi sul loro impatto sul comportamento alimentare e sulla salute pubblica.
Secondo la revisione della letteratura condotta da Gearhardt e Schulte (1), esistono paralleli neurobiologici significativi tra l’assunzione di alcuni UPF e le sostanze tradizionalmente considerate “addictive“, come nicotina e alcol.
Studi di neuroimaging mostrano che il consumo di cibi ricchi di zuccheri, grassi e sale, può attivare i circuiti dopaminergici della ricompensa in modo simile a quello osservato nelle dipendenze da sostanze.
In particolare, individui con elevata reattività a questi alimenti mostrano comportamenti come la perdita di controllo, il desiderio compulsivo e l’incapacità di ridurre il consumo, nonostante le conseguenze negative.
In una recente e molto estesa revisione della letteratura (2), i ricercatori hanno evidenziato che l’esposizione prolungata a UPF è associata a ben 34 esiti negativi sulla salute, tra cui obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, depressione e mortalità precoce.
Queste associazioni sono risultate robuste, con elevati livelli di certezza per molteplici patologie croniche.
Oltre agli aspetti clinici, Gearhardt et al. (3) sottolineano anche le implicazioni sociali e normative della dipendenza da UPF.
Le popolazioni a basso reddito, esposte più frequentemente a questi alimenti a causa di barriere economiche e ambientali, sono maggiormente vulnerabili.
In questo contesto, gli autori propongono un rafforzamento delle politiche di salute pubblica:
- limitazione della pubblicità,
- etichettatura chiara,
- riformulazione dei prodotti e incentivi al consumo di alimenti minimamente trasformati.

Nel complesso, i dati emergenti suggeriscono che il problema degli UPF non è solo nutrizionale, ma anche comportamentale e sociale. Affrontarlo richiede un approccio integrato, che consideri non solo il contenuto degli alimenti, ma anche le loro modalità di produzione, promozione e consumo.
Riferimenti bibliografici:
- Gearhardt AN, Schulte EM. Is Food Addictive? A Review of the Science. Annu Rev Nutr. 2021;41:387-410. doi:10.1146/annurev-nutr-110420-111710
2. Lane MM, Gamage E, Du S, et al. Ultra-processed food exposure and adverse health outcomes: umbrella review of epidemiological meta-analyses. BMJ. 2024;384:e077310. doi:10.1136/bmj-2023-077310
3. Gearhardt AN, Bueno NB, DiFeliceantonio AG, et al. Social, clinical, and policy implications of ultra-processed food addiction. BMJ. 2023;383:e075354. doi:10.1136/bmj-2023-075354