Skip to content

Come sostenere il nostro sistema immunitario attraverso l’alimentazione di ogni giorno.

Lo sviluppo economico e le malattie croniche

Nonostante i progressi in ambito medico e sociale siano riusciti a prolungare l’aspettativa di vita, negli ultimi anni si osserva, soprattutto nei paesi industrializzati, un aumento costante di patologie che si definiscono croniche come ipertensione e malattie cardiovascolari, obesità, diabete di tipo 2, steatosi epatica non alcolica, malattie neurodegenerative (come l’Alzheimer) e alcuni tipi di tumore che riducono in maniera importante sia la qualità che l’aspettativa di vita.

Tutte queste malattie, raggruppate con il termine di malattie croniche non comunicabili (NCCDs), sono accomunate da una condizione di moderata infiammazione cronica. Sembra che proprio questo ambiente infiammatorio, che non viene percepito dall’essere umano, favorisca e sostenga nel tempo lo sviluppo di tutte le patologie indicate.

Sempre più dimostrazioni scientifiche collegano questa condizione allo stile di vita occidentale:

  • alimentazione scorretta
  • ridotta attività fisica 
  • inquinamento atmosferico 
  • livelli elevati di stress.

Tutti questi elementi sembrano in grado di innescare e favorire un’attivazione anomala dal sistema immunitario (1,2).

Quali cambiamenti può indurre un’alimentazione scorretta sulla salute

Un’alimentazione ricca di alimenti lavorati e altamente calorici, una scarsa qualità delle materie prime, prodotti raffinati ricchi di zuccheri semplici e sale, consumo eccessivo di alcol ed assunzione di bevande zuccherate sono tutti fattori che nel tempo portano ad un aumento del peso, cambiano il profilo lipidico e la funzionalità del metabolismo e stimolano in maniera errata il sistema immunitario. Analisi eseguite su campioni di sangue hanno riscontrato una associazione tra queste abitudini e un’elevata concentrazione di numerose molecole infiammatorie (3).

Un eccesso di grassi saturi, colesterolo, zuccheri semplici, prodotti raffinati e ricchi di composti come purine e carnitina che derivano dalla carne, può contribuire direttamente a questo quadro infiammatorio, così come la carenza di vitamine, sali minerali e fitocomposti (4).

Contemporaneamente, una dieta povera di fibre sostiene questo quadro indirettamente attraverso l’alterazione del microbiota intestinale. La vasta ed eterogenea popolazione batterica che colonizza l’intestino di ogni individuo si modifica in funzione degli alimenti introdotti e dello stile di vita. È stato dimostrato che un’alterazione di questo equilibrio, indicato con il termine “disbiosi”, genera un livello di infiammazione che diffonde in tutto l’organismo. Infatti, la proliferazione di ceppi batterici dannosi in seguito a scorrette abitudini alimentari, oltre a produrre molecole infiammatorie, può alterare la struttura della barriera intestinale e favorire la fuoriuscita di sostanze che causano un’infiammazione diffusa e attivando in maniera anomala il sistema immunitario (5).

Come ridurre l’infiammazione modificando l’alimentazione

Come è possibile evitare che si instauri questa condizione di infiammazione e sostenere il sistema immunitario? Molti studi hanno dimostrato come l’alimentazione possa prevenire e migliorare efficacemente questa condizione sia riducendo il livello di infiammazione che facendo lavorare al meglio il sistema immunitario (6).

Il primo sostegno che possiamo offrire alle nostre difese parte dal piatto.

Gli acidi grassi poli-insaturi, soprattutto 0mega-3, contenuti nel pesce, nella frutta secca a guscio e nei semi oleaginosi, sono in grado di ridurre la presenza nel sangue di molecole come la PCR (proteina C-reattiva) o altri marcatori di infiammazione (IL-6; IL-12, TNF) (1,2).

Le fibre, sia solubili che insolubili, contenute in verdurafruttaprodotti integralilegumi e frutta secca, oltre a modulare l’assorbimento di zuccheri e grassi, vengono trasformate in acidi grassi a catena corta, dal comprovato effetto antinfiammatorio. Inoltre, premettono la proliferazione di ceppi batterici che proteggono la funzionalità e le barriere intestinali, incrementando così l’effetto antinfiammatorio.

Vitamina CVitamina Ecarotenoidi, flavonoidi e polifenoli contenuti nella frutta e nella verdura presentano un effetto protettivo grazie alla capacità di ridurre il livello di infiammazione, di neutralizzare i radicali liberi circolanti e di sostenere la funzionalità del sistema immunitario (3).

L’associazione di tutti questi principi nutritivi ad un consumo abituale di olio extravergine di oliva costituisce la base della Dieta Mediterranea, che tra i diversi percorsi dietetici proposti negli ultimi anni, è risultata la più efficace nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. I meccanismi molecolari che mediano questi effetti benefici comprendono anche la capacità di abbassare il livello di infiammazione generale e di stimolare positivamente il sistema immunitario (7).

Riferimenti scientifici

  1. Christ A. et al. 2019. Western diet and the immune system: an inflammatory connection. Immunity; 51:794-811.
  2. Abolhassani H. et. al. 2020. Nutrition, Immunity, and Cancers. In: Rezaei N. (eds) Cancer Immunology. Springer, Cham
  3. Hosseini B et al. 2018. Effects of fruit and vegetable consumption on inflammatory biomarkers and immune cell populations: a systematic literature review and meta-analysis. Am.J.Clin.Nutr.; 108:136-55.
  4. Koeth R.A. et al. 2019. L-Carnitine in omnivorous diets induces an atherogenic gut microbial pathway in humans. J. Clin. Invest.; 129: 373-87.
  5. Brial F.et al. 2018. Implication of the gut microbiota metabolites in cardiovascular e metabolic diseases. Cell. Mol. Life Sci.; 75:3977-90.
  6. Childs, C.E. et al. 2019. Diet and Immune Function. Nutrients11, 1933.
  7. Mozzaffarian D. (2016). Dietary and policy priorities for cardiovascular disease, diabetes and obesity: a comprehensive review. Circulation; 133:187-225.
Scarica: download