La ricerca di Dispens@
Progetto:
Conoscere la neofobia alimentare
Quali fattori influenzano la neofobia alimentare?
Cosa esiste di più semplice ed istintivo dell’atto del mangiare? Subito dopo il pianto, è il primo atto che viene compiuto dal neonato. Eppure, anche se può sembrare un’azione molto elementare, questo gesto quotidiano racchiude molteplici aspetti.
L’atto del mangiare coinvolge la sfera cognitiva, e quindi gli organi di senso e le emozioni, le influenze sociali, la cultura e la religione. Già durante la vita intrauterina o la fase di allattamento, l’essere umano riceve input attraverso il cibo consumato dalla madre, che avranno un ruolo, assieme ad una predisposizione genetica, nel determinare il gradimento o il rifiuto di alcuni cibi in seguito.
La cultura e le abitudini del nucleo familiare, così come l’ambiente scolastico o il gruppo dei compagni, rappresentano poi un modello a cui il bambino si ispira e su cui modella i comportamenti alimentari.
Obiettivi
Perché questo progetto?
Determinare il livello di neofobia, dentro e fuori il periodo dell’infanzia, permetterebbe di mettere in atto strategie di intervento a sostegno di un’alimentazione variegata e sana e migliorare quindi lo stato di salute generale.
Attraverso un questionario italiano già validato, il progetto ha l’obiettivo di valutare la frequenza ed il livello di neofobia alimentare in una popolazione di giovani e adulti e quali fattori siano coinvolti e ne influenzino il grado.
Da questa indagine si potranno in seguito programmare interventi orientati a sostenere atteggiamenti e comportamenti alimentari corretti e sostenibili.
Cos’è la neofobia alimentare?
Nella fase di crescita, soprattutto tra i 2 e i 5 anni, il bambino può manifestare un atteggiamento di rifiuto o forte riluttanza ad assaggiare e ingerire alimenti nuovi, non conosciuti: questo comportamento prende il nome di neofobia alimentare, e può presentarsi anche in età diverse.
Dal punto di vista evoluzionistico, la neofobia ha uno scopo protettivo per l’essere umano onnivoro perché l’approccio ad ogni nuovo alimento può rappresentare sia un’opportunità che un rischio per la salute. Inoltre, la neofobia alimentare potrebbe rappresentare una forma di protezione fintanto che il bambino non acquisisce le regole alimentari di base che gli permettono di selezionare i cibi sicuri.
Il protrarsi della neofobia alimentare oltre il periodo dell’infanzia, soprattutto in regioni del mondo caratterizzate da un elevato livello di sicurezza ed igiene alimentare, potrebbe tuttavia rappresentare una seria problematica per la salute. Infatti, un’alimentazione che preveda solo una limitata e selezionata tipologia di alimenti, può nel tempo favorire l’insorgenza di carenze nutrizionali.
Domande ?
Domande e risposte
Le nostre risposte a tutte le domande che ti sei sempre posto sulla corretta alimentazione.
Leggi le FAQProgetto sostenuto da:
Aiuta la ricerca
Supporta Dispens@
Aiutaci nella nostra ricerca. Compila il form per avere tutte informazioni necessarie.