Il coinvolgimento del Calcitriolo, la forma attiva della Vitamina D, in numerose reazioni metaboliche ha fatto sì che negli ultimi anni, e in particolare in questo periodo storico che ci vede coinvolti nella pandemia da Covid, questa vitamina rivestisse un ruolo di primaria importanza nel sostenere un quadro di buona salute.
Vitamina D, Calcio-Fosforo e Ossa.
Storicamente, il ruolo della vitamina D era stato associato al controllo del metabolismo osseo e dei livelli di calcio e fosforo circolanti, i due minerali maggiormente coinvolti nella formazione della matrice ossea.
Per quanto riguarda il calcio, la sua concertazione nel sangue viene mantenuta sempre costante grazie alla Vitamina D che
– regola l’assorbimento del calcio introdotto con gli alimenti a livello intestinale;
– mobilita, in sinergia con il paratormone, il calcio dai depositi ossei e lo immette nel torrente sanguigno nel caso in cui ci sia una riduzione dei livelli di calcio circolanti;
– controlla il riassorbimento del calcio a livello renale, limitandone o incrementandone l’eliminazione attraverso le urine.
Con la stessa modalità, la Vitamina D partecipa anche alla regolazione della concentrazione del fosforo.
Il complesso meccanismo che permette alla Vitamina D di controllare assorbimento, mobilitazione e riassorbimento, oltre al paratormone, coinvolge numerose proteine come la l’osteocalcina, la calbindina, e l’osteopontina, agendo in maniera simile ad un ormone steroideo.
Gli effetti della Vitamina D sul tessuto osseo agisono sia sugli osteoblasti, le cellule ossee che sintetizzano nuova matrice ossea, che sugli osteoclasti, le cellule responsabili del riassorbimento osseo, con azioni diverse in base al livello di calcio circolante (1).
La “serratura” attraverso la quale la Vitamina D entra nelle cellule: il recettore VDR.
Le Vitamina D attiva, per compiere tutte le sue funzioni, deve entrare nelle cellule attraverso un recettore, ossia una proteina, a cui la 1,25-(OH)2-D3 si lega in maniera specifica con un meccanismo del tipo “chiave-serratura”.
Questo recettore viene indicato con la sigla VDR ed è localizzato a livello delle cellule dell’intestino, degli osteoblasti e a livello renale, dove appunto la Vitamina D attiva esplica le sue funzioni.
Negli anni, è stato scoperto che questo specifico recettore non è presente solo nei tessuti sopra indicati, ma è presente anche a livello dei linfociti, dei precursori dei monociti, delle cellule del colon, a livello delle ghiandole parotidi, nelle ovaie, nell’ipofisi e proprio questa scoperta ha portato ad ipotizzare che l’azione della Vitamina D non fosse circoscritta al solo tessuto osseo (2).
Vitamina D e Sistema Immunitario.
La Vitamina D attiva è in grado di influire sul sistema immunitario, interagendo con diversi tipi di cellule che sono centrali nella risposta contro virus, batteri e agenti patogeni.
Infatti, la Vitamina D è coinvolta nell’attivazione di monociti e macrofagi rendendoli più efficienti nell’attacco contro diversi ceppi di batteri, ed è inoltre in grado di proteggere da infezioni microbiche sia il tratto respiratorio che le vie urinarie (1).
La vitamina D è in grado, inoltre, di interagire sia con i linfociti T che con i linfociti B, le cellule del sistema immunitario conosciuto come “adattativo”, riducendo il livello di infiammazione ed il rilascio di citochine infiammatorie come la proteina C reattiva e l’interleukina-6.
Questo aspetto può essere importante sia in caso di infezioni, ma ancora di più nelle malattie autoimmuni, dove il sistema immunitario stesso attacca cellule e organi, come nel caso della sclerosi multipla, dell’artrite reumatoide, nelle malattie croniche infiammatorie intestinali e nel diabete di tipo 1.
Inoltre, in molti studi è stato osservato che la Vitamina D sostiene il sistema immunitario agendo sull’ambiente intestinale sia rafforzando direttamente gli epiteli intestinali e limitando la permeabilità, che agendo direttamente sul microbiota rendendolo più reattivo nei confronti di specie patogene e riducendo il livello di infiammazione (3).
È stato osservato che la Vitamina D è molto efficace nel controllo delle infezioni da virus, soprattutto a livello delle vie aeree, come Rinovirus, Virus dell’influenza e virus responsabili di bronchioliti, anche attraverso la sintesi di piccole molecole proteiche con un’azione antimicrobica.
Inoltre, la Vitamina D è in grado di rafforzare le naturali barriere dell’organismo, come quelle create dalle cellule epiteliali che rivestono le pareti nasali e dell’orofaringe (1-3).
Vitamina D e Apparato Cardiovascolare.
Numerose ricerche negli ultimi anni hanno sottolineato come la Vitamina D possa esercitare effetti benefici a livello dell’apparato cardiovascolare, attraverso differenti meccanismi. In pazienti con un quadro di carenza di vitamina D è stato osservato, ad esempio, che la sua supplementazione fino al raggiungimento di livelli ottimali sembra in grado di migliorare l’andamento della pressione arteriosa con un meccanismo che coinvolge direttamente le cellule muscolari dei vasi. La supplementazione con Vitamina D sembra, inoltre, in grado di ridurre sia i livelli di trigliceridi circolanti che del colesterolo LDL dannoso, migliorando quindi il rapporto tra LDL e HDL, e proteggendo l’apparato cardiovascolare (4).
La Vitamina D può essere utile anche nelle malattie oncologiche?
Sia in studi condotti su vasti gruppi di popolazione che in studi preclinici condotti in ospedale, è stato osservato che la Vitamina D potrebbe esercitare un’azione antitumorale attraverso meccanismi differenti.
Se da una parte la Vitamina D è infatti in grado di influenzare il microambiente riducendo i livelli di infiammazione, dall’altra sembra anche coinvolta nella proliferazione, nella differenziazione e nel comportamento cellulare, contrastando la crescita e la diffusione di cellule cancerose. Inoltre, è stato osservato che la supplementazione con Vitamina D in caso di carenza può proteggere il DNA dai danni provocati dai radicali liberi (5).
Attualmente, sono in corso numerosi studi sui pazienti per definire in maniera chiara il ruolo della Vitamina D come possibile terapia da associare ai diversi percorsi di trattamento oncologico.
Mantenere i livelli di Vitamina D all’interno dei valori consigliati, rappresenta un importante approccio per migliorare la salute generale e sostenere le difese nei confronti delle diverse patologie oncologiche.
La supplementazione, in caso di carenza di Vitamina D, va sempre concordata con uno specialista, con il medico di riferimento o con il farmacista.
Riferimenti Scientifici:
- Sassi F et al. Vitamin D: Nutrient, Hormone, and Immunomodulator. Nutrients. 2018 Nov 3;10(11):1656. doi: 10.3390/nu10111656. PMID: 30400332; PMCID: PMC6266123.
- Carlberg C. Nutrigenomics of Vitamin D. Nutrients. 2019 Mar 21;11(3):676. doi: 10.3390/nu11030676. PMID: 30901909; PMCID: PMC6470874.
- Waterhouse M. et al. Vitamin D and the gut microbiome: a systematic review of in vivo studies. Eur J Nutr. 2019 Oct;58(7):2895-2910. doi: 10.1007/s00394-018-1842-7. Epub 2018 Oct 15. PMID: 30324342.
- Mirhosseini N et al. Vitamin D Supplementation, Serum 25(OH)D Concentrations and Cardiovascular Disease Risk Factors: A Systematic Review and Meta-Analysis. Front Cardiovasc Med. 2018 Jul 12;5:87. doi: 10.3389/fcvm.2018.00087. PMID: 30050908; PMCID: PMC6052909.
- Jeon SM, Shin EA. Exploring vitamin D metabolism and function in cancer. Exp Mol Med. 2018 Apr 16;50(4):20. doi: 10.1038/s12276-018-0038-9. PMID: 29657326; PMCID: PMC5938036.