Site icon Dispens@

Emicrania e cefalea ricorrenti possono migliorare grazie all’alimentazione?

Molti studi dimostrano come l’alimentazione può ridurre frequenza e severità degli attacchi emicranici.

Emicrania: un disordine complesso.

L’emicrania è un disordine neurologico che colpisce circa il 14% della popolazione mondiale, con una netta prevalenza femminile, e rappresenta una delle principali cause di disabilità e assenza dal lavoro al di sotto dei 50 anni di età.

Il dolore dell’emicrania può colpire aree diverse del capo e può essere accompagnato da alterazione della vista (aura), svenimenti, sensazione di caldo o freddo intenso, estrema sensibilità alla luce e al rumore, o disturbi gastrointestinali come nausea o dissenteria (1).

La notevole variabilità nei sintomi riflette la complessità delle alterazioni che interessano il sistema nervoso centrale, che vanno dall’attivazione intensa di alcune aree del cervello, all’alterazione del flusso sanguigno nei piccoli vasi ad una condizione di infiammazione diffusa. A questi fattori, si associa inoltre una predisposizione genetica.

Anche se la modalità e la frequenza con cui questo disordine colpisce la popolazione sono differenti, l’effetto sulla qualità di vita può essere molto invalidante.

 

 

Stile di vita ed emicrania.

Saltare i pasti, dormire in maniera irregolare, eccedere nel consumo di caffeina e bevande stimolanti, così come condizioni di stress elevato, sono stati indicati come fattori scatenanti. Gli attacchi emicranici risultano inoltre più frequenti nei giorni che precedono il ciclo mestruale.

Gli attacchi emicranici sono fortemente influenzati sia da fattori ambientali che ormonali e andare quindi ad agire sulla composizione della dieta, così come sulla routine del sonno e dell’attività fisica rappresenta una strategia fondamentale da associare eventualmente alla terapia farmacologica (2).

Gli alimenti scatenanti.

Il controllo degli attacchi di emicrania attraverso l’eliminazione di alcuni alimenti definiti come “scatenanti”, o più precisamente, “cibi triggers“, rappresenta uno dei primi approcci messi in atto, ed è tutt’ora utilizzato nella “nutrizione di precisione”.

I risultati sono però ancora controversi, soprattutto per la notevole variabilità e soggettività degli effetti.

Cioccolato, agrumi, nocciole, gelato, pomodori, latticini, bevande alcoliche, caffè, bevande contenenti caffeina, monosodio glutammato e dolcificanti come aspartame o sucralosio, sono solo alcuni esempi.

Anche il glutine è stato indicato come possibile sostanza scatenante.

Vista le complessità sia per quanto riguarda la composizione dei pasti, che dei singoli cibi, è difficile identificare con assoluta precisione, se un alimento sia responsabile dell’insorgenza dell’emicrania. Viene definito “trigger” se in più del 50% delle occasioni in cui viene consumato, si presenta l’emicrania (3).

 

Dieta Chetogenica ed emicrania.

Negli ultimi anni è stata posta molta attenzione agli effetti benefici mediati da una dieta di tipo chetogenico in ambito neurologico. Gli studi più solidi sono stati pubblicati in caso di pazienti affetti da epilessia non ben controllata con i farmaci, che hanno avuto grande giovamento nel seguire questo regime dietetico.

La dieta chetogenica sembra infatti coinvolta nella regolazione della funzione dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, e nel controllo della trasmissione dei segnali nervosi cerebrali.

In un recente studio clinico è stato osservato come una dieta chetogenica fortemente ipocalorica fosse in grado di ridurre del 50% gli attacchi emicranici in 7 pazienti su 10 già dopo 4 settimane (4).

Vista la particolarità di questo intervento dietetico e la necessità di dover integrare con supplementi multivitaminici o pasti sostitutivi, per proporre questo interessante approccio nel lungo termine e su vasta scala, saranno sicuramente necessari altri studi clinici.

Dieta Mediterranea e controllo della glicemia, strumenti vincenti contro l’emicrania.

In un recentissimo lavoro, è stata correlata la qualità dell’alimentazione, quantificata attraverso l’indice di aderenza alla Dieta Mediterranea, con la frequenza e la gravità degli attacchi emicranici ed è stato osservato che gli individui con un’elevata qualità dell’alimentazione presentano un quadro patologico significativamente migliore rispetto ai soggetti con punteggio scarso sia per quanto riguarda la  frequenza, la gravità e la durata degli attacchi emicranici (5).

Parallelamente, in un progetto che ha visto coinvolti ben 350 pazienti affetti da emicrania, dopo 3 mesi in cui venivano preferiti alimenti con un ridotto indice glicemico, è stata osservata una riduzione significativa degli attacchi emicranici (6).

Questi risultati indicano come la Dieta Mediterranea, caratterizzata da un’abbondanza di alimenti con un ridotto indice  glicemico come verdura, cereali integrali e legumi, potrebbe rappresentare una strategia da affiancare nel lungo termine agli approcci farmacologici standard per il trattamento dell’emicrania.

Dall’analisi della letteratura scientifica dedicata dell’alimentazione come elemento cruciale nella gestione dell’emicrania, alcuni aspetti risultano essere ricorrenti:

  • l’importanza di ridurre i livelli di infiammazione generalizzata,
  • il ruolo cruciale dell’asse intestino-cervello (7),
  • la necessità di intervenire in condizioni di sovrappeso, obesità, ipertensione e sindrome metabolica,
  • fornire tutte le vitamine, sali  minerali e fitocomposti per nutrire al meglio l’organismo,
  • limitare il consumo di alimenti in grado di innalzare rapidamente il livello di glicemia o alcuni alimenti che hanno un effetto trigger.

Studi osservazionali e trial clinici hanno collegato una dieta ricca di nutrienti ad azione antiossidante e antinfiammatoria, di fibre, grassi sani e proteine salutari, ad un miglioramento della patologia emicranica e della qualità di vita dei pazienti (6).

Riferimenti scientifici:

  1. Charles A. Migraine. N Engl J Med. 2017 Aug 10;377(6):553-561. doi: 10.1056/NEJMcp1605502. PMID: 28792865.
  2. Gazerani P. Migraine and Diet. Nutrients. 2020 Jun 3;12(6):1658. doi: 10.3390/nu12061658. PMID: 32503158; PMCID: PMC7352457.
  3. Hindiyeh NA, et al. The Role of Diet and Nutrition in Migraine Triggers and Treatment: A Systematic Literature Review. Headache. 2020 Jul;60(7):1300-1316. doi: 10.1111/head.13836. Epub 2020 May 25. PMID: 32449944; PMCID: PMC7496357.
  4. Di Lorenzo C, et al. A Randomized Double-Blind, Cross-Over Trial of very Low-Calorie Diet in Overweight Migraine Patients: A Possible Role for Ketones? Nutrients. 2019 Jul 28;11(8):1742. doi: 10.3390/nu11081742. PMID: 31357685; PMCID: PMC6722531.
  5. Bakırhan H, et al. Associations between diet quality, DASH and Mediterranean dietary patterns and migraine characteristics. Nutr Neurosci. 2021 Aug 11:1-11. doi: 10.1080/1028415X.2021.1963065. Epub ahead of print. PMID: 34379573.
  6. Evcili G, et al. Early and long period follow-up results of low glycemic index diet for migraine prophylaxis. Agri. 2018 Jan;30(1):8-11. doi: 10.5505/agri.2017.62443. PMID: 29450870.
  7. Arzani M, et al. Gut-brain Axis and migraine headache: a comprehensive review. J Headache Pain. 2020 Feb 13;21(1):15. doi: 10.1186/s10194-020-1078-9. PMID: 32054443; PMCID: PMC7020496.
Exit mobile version