Skip to content

Si può vivere fino a 120 anni?

Critica ragionata ad una proposta commerciale non riconosciuta dalla comunità scientifica.

Le caratteristiche del programma Life 120

Nella proposta di Adriano Panzironi, imprenditore e telecomunicatore, si promette una vita in salute fino a 120 anni (da cui il nome al metodo di “Life 120”) semplicemente eliminando dalla propria alimentazione tutti i carboidrati per un ritorno ad uno stile alimentare più vicino a quello che si ipotizzava avessero seguito i nostri antenati, ossia una dieta definita “più naturale”.

Il cardine su cui si basa la dieta proposta Life 120 è rappresentato da un’alimentazione costituita da carne, uova, pesce, latticini, verdura e poca frutta, dove vengono completamente eliminati tutti i carboidrati, quindi pane, pasta, cereali, zuccheri semplici e anche i legumi. Non viene fatta nessuna distinzione tra carboidrati semplici, provenienti dagli zuccheri e dai prodotti raffinati, e i carboidrati complessi, di cui sono ricchi tutti i prodotti integrali. È concesso anche l’utilizzo di olio extravergine di oliva.

Questo tipo di proposta, si avvicina in un certo senso alla dieta paleolitica o alla dieta chetogenica e promette di sconfiggere tutte le malattie che affliggono l’uomo moderno, causate, secondo Panzironi, dall’introduzione dei carboidrati nell’alimentazione quotidiana. Secondo Panzironi, inoltre, tramite questo tipo di alimentazione, oltre a prevenire tutte le malattie che affliggono l’umanità, è possibile  anche guarire da patologie come cancro, morbo di Alzheimer, Diabete di tipo 1, Morbo di Crohn e anche dalla celiachia.

Per raggiungere questi risultati, oltre a seguire questo regime alimentare, è necessario assumere quotidianamente una serie di integratori, creati dall’azienda Life 120, di cui è titolare lo stesso Adriano Panzironi, assieme al fratello Roberto, e mantenere uno stile di vita attivo.

Complessivamente, questo percorso ha un costo di circa 250 Euro al mese a persona e non vengono mai coinvolti né medici e nemmeno altri professionisti sanitari, ma ogni utente è libero di gestire il proprio percorso. Anzi, questo percorso viene visto come una sorta di liberazione dalla falsità della medicina e della scienza.

Esaminando con un approccio tecnico scientifico la proposta di Panzironi, studiando menù, blog, integratori e ricette, possono essere mosse numerose critiche. 

1- La Dieta Mediterranea è veramente dannosa?

Il primo dubbio sorge in merito all’identificazione della Dieta Mediterranea come responsabile di malattie, declino dell’aspettativa di vita dell’uomo e riduzione del benessere globale.

La Dieta Mediterranea si riferisce ad un modello alimentare vario basata sul consumo di vegetali, cereali integrali, legumi, frutta secca a guscio e semi, un limitato consumo di carne, zucchero e prodotti raffinati. Questo modello, diffuso in alcuni paesi del Bacino Mediterraneo (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Marocco) accomunati un tempo da un’agricoltura di tipo rurale a da uno stile di vita frugale, nel 2010, alla luce dei numerosi benefici, è stato dichiarato Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Attualmente, oltre 13000 ricerche che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone, dimostrano che la Dieta Mediterranea non solo è in grado di prevenire lo sviluppo di molte malattie, ma è anche in grado di migliorare le condizioni in cui le malattie sono già presenti, e ha quindi un effetto terapeutico (1,2).

Tutte le affermazioni presenti nel libro e nei programmi di Adriano Panzironi circa i danni causati alla salute proprio dalla Dieta Mediterranea non riportano nessun riferimento scientifico, nonostante si legga spesso che sono state condotte ricerche.

2- I carboidrati vanno eliminati?

L’eliminazione quasi totale dei carboidrati, fondamento del programma Life 120, senza distinzione tra zuccheri semplici presenti nei dolci, nelle farine raffinate o nelle bibite zuccherate, e carboidrati complessi, tipici dei prodotti integrali, dei legumi o di alcuni tipi di verdura, induce rapidamente nel corpo in una condizione conosciuta come chetogenesi.

Protrarre nel tempo questo regime alimentare potrebbe però rappresentare dei rischi per la salute: infatti, dai risultati ottenuti da un grosso progetto di ricerca, condotto su circa 15500 adulti seguiti per 25 anni e pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, viene osservato un aumento significativo della mortalità nelle persone che seguono una dieta con un ridotto apporto di carboidrati (<40%) così come nei soggetti che invece eccedono con i carboidrati (>70%).

Si dimostra come, per mantenere l’organismo in salute siano necessari i carboidrati, preferendo tra quelli meno raffinati e che innalzino meno la glicemia, rispetto agli zuccheri semplici o ai carboidrati raffinati (3).

3- Il ruolo delle proteine vegetali

La presenza di abbondanti porzioni di proteine animali e l’assenza delle proteine vegetali fornite dai legumi rappresenta un altro punto del metodo Life 120 su cui vale la pena riflettere.

Infatti, nel grande lavoro di confronto dei dati scientifici pubblicati fino al 2020, che ha visto coinvolte oltre 700000 persone, sono stati messi in relazione il consumo di proteine con il rischio di mortalità, il rischio cardiovascolare ed il rischio oncologico.

I dati hanno mostrato come all’aumentare del consumo di proteine animali (carne, formaggi, pesce e uova) ci sia un progressivo aumento di tutti i rischi elencati, mentre l’effetto prodotto dal consumo di proteine vegetali (legumi, semi, frutta secca, cereali, verdure) è quello di ridurre i fattori di rischio.

In particolare, è stato osservato che, per un aumento del 3% delle calorie da proteine vegetali, si osserva una riduzione del 5% di mortalità per tutte le cause.

Il consiglio degli autori è quello di sostituire una parte delle proteine animali con proteine vegetali per promuovere benessere e longevità (4).

4- Il programma Life 120 valuta gli effetti del sale?

Un altro aspetto da valutare in maniera critica nella proposta di Panzironi è l’apporto di sale e la mancanza di fibre provenienti da cereali e legumi.

In uno studio condotto in 195 paesi e pubblicato nel 2019, i ricercatori hanno cercato di identificare gli effetti della dieta sulla salute, focalizzando l’attenzione su un gruppo ristretto di alimenti comuni in tutte le culture alimentari studiate. A livello globale, il maggior numero di morti collegate a scorrette abitudini alimentari è attribuito ad un eccessivo consumo di sale, seguito da un apporto ridotto di cereali integrali e, al terzo posto, da un limitato consumo di frutta.

Un dato impressionante è che nel 2017 un consumo eccessivo di sale è stato collegato a circa 3 milioni di morti e 70 milioni di casi disabilità in seguito a patologia.
Circa la metà delle morti riconducibili a scorrette abitudini alimentari è dovuta ad un eccessivo consumo di sale, non solo nei paesi occidentali, ma in tutto il mondo.

Nella nostra dieta, le principali fonti di sale sono gli affettati, gli insaccati e i formaggi stagionati, alimenti che compaiono spesso nei menù di Life 120.

Inoltre, la mancanza di cereali integrali e il limitato consumo di frutta, rendono la proposta di Panzironi totalmente opposta rispetto ai risultati ottenuti da centinaia di ricercatori che hanno lavorato in diverse parti del mondo sui dati pubblicati dal 1980 al 2017 (5).

5- Come è arrivato Adriano Panzironi a creare il programma Life120?

Un’ulteriore riflessione va fatta sulla modalità di lavoro del fondatore di Life 120: l’imprenditore parla di un’intuizione che lo ha portato a elaborare questo metodo e, nonostante vengano spesso citate ricerche o proposte testimonianze, non sono mai stati presentati dati e analisi dei risultati.

La scienza procede invece attraverso passaggi ben diversi che comprendono l’osservazione di un fenomeno, la raccolta dei dati, la formulazione di un’ipotesi, la verifica e l’analisi dei dati e dei risultati, che devono essere ripetibili anche da altri e che, se confermati, possono essere comunicati e condivisi.

Una caratteristica della ricerca scientifica è la possibilità, alla luce di nuove tecnologie e conoscenze, di poter analizzare nuovamente i dati e, eventualmente, modificare le conclusioni (6).

Tutto questo manca nella proposta Life 120.

Riferimenti Scientifici:

  1. Rees K., et al. 2019. Mediterranean-style diet for the primary and secondary prevention of cardiovascular disease. Cochrane Database Syst Rev. 13;3(3):CD009825.
  2. Migliaccio S. et al. Obesity Programs of nutrition, Education, Research and Assessment (OPERA) Group. What is the best diet for cardiovascular wellness? A comparison of different nutritional models. Int J Obes Suppl. 2020 Jul;10(1):50-61. doi: 10.1038/s41367-020-0018-0. Epub 2020 Jul 20. PMID: 32714512; PMCID: PMC7371887.
  3. Seidelmann SB et al. Dietary carbohydrate intake and mortality: a prospective cohort study and meta-analysis. Lancet Public Health. 2018 Sep;3(9):e419-e428. doi: 10.1016/S2468-2667(18)30135-X. Epub 2018 Aug 17. PMID: 30122560; PMCID: PMC6339822.
  4. Naghshi S et al. Dietary intake of total, animal, and plant proteins and risk of all cause, cardiovascular, and cancer mortality: systematic review and dose-response meta-analysis of prospective cohort studies. BMJ. 2020 Jul 22;370:m2412. doi: 10.1136/bmj.m2412. PMID: 32699048; PMCID: PMC7374797.
  5. GBD 2017 Diet Collaborators. Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017. Lancet. 2019 May 11;393(10184):1958-1972. doi: 10.1016/S0140-6736(19)30041-8. Epub 2019 Apr 4. PMID: 30954305; PMCID: PMC6899507.
  6. Gurevitch J et al. Meta-analysis and the science of research synthesis. Nature. 2018 Mar 7;555(7695):175-182. doi: 10.1038/nature25753. PMID: 29517004.
Scarica: download