Skip to content
Covid19 e obesità: valutazione dei primi risultati per proteggere le fasce più a rischio della popolazione

Il blog di Dispens@

Categoria: Novità dalla scienza della nutrizione

Covid19 e obesità: valutazione dei primi risultati per proteggere le fasce più a rischio della popolazione

La malattia da coronavirus provocata dal virus SARS-CoV-2 (acronimo dall’inglese severe acute respiratory syndrome coronavirus 2), è stata riferita per la prima volta in Cina, nella città di Wuhan, alla fine del 2019 e si è evoluta in pandemia nel marzo 2020. Questa malattia infettiva, descritta anche con il termine COVID-19 (COronaVIrusDisease-19), può evolvere in un quadro di infezione polmonare da lieve a fatale che può insorgere anche dopo 2 settimane dal contagio. La percentuale di mortalità collegata al Covid-19 è variabile e risente molto della composizione della popolazione, dall’età media e dallo stato di salute generale ed in Italia, gli ultimi dati si assestano intorno al 13% dei contagi (1,2).

La gravità del quadro clinico e la mancanza di esperienze precedenti hanno fatto sì che a pagare il prezzo più alto siano state le categorie più a rischio della popolazione come le presone anziane, fragili e affette da altre patologie (comorbidità) (3).

I primi risultati pubblicati dagli studiosi cinesi avevano infatti messo in evidenza come i soggetti più a rischio fossero le persone anziane, prevalentemente di sesso maschile e con comorbidità. Dai primi dati emerge che il 72% dei pazienti gravi ricoverati nelle terapie intensive cinesi presentava un quadro di ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete.

In Italia, i primi dati pubblicati hanno confermato quanto osservato in Cina, ossia che i pazienti ricoverati sono prevalentemente maschi, con età media di 63 anni e che presentano nella maggior parte di casi (95%) altre patologie come ipertensione, malattie cardiovascolari e dislipidemia. In questo primo studio non è stata presa in considerazione la condizione di obesità (4). 

Con la diffusione del contagio in 185 paesi e con la creazione delle prime raccolte di dati consistenti, un aspetto ha attratto l’attenzione di medici e ricercatori: la percentuale di pazienti sovrappeso o obesi che sviluppavano la forma più severa di Covid-19 e con un decorso peggiore, era significativamente più alta rispetto ai pazienti in normopeso. Inoltre, è stato osservato che l’obesità rappresenta un fattore di rischio anche nelle fasce più giovani della popolazione, definite in precedenza meno a rischio di contagio e di malattia grave (1-5).

Le percentuali di pazienti Covid-19 gravi che presentano una condizione di sovrappeso e obesità variano da paese a paese, in relazione anche alle caratteristiche della popolazione. Nel Regno Unito, ad esempio, è stato riportato che il 72% dei 775 pazienti con diagnosi di Covid-19 ricoverati a marzo nell’Intensive Care National Audi & Research Centre era sovrappeso o obeso e che tra i pazienti obesi che sono stati sottoposti a terapie intensive, il 60,9% è deceduto (5). In un dato ancora più recente presentato dalla Dott.ssa Frühbeck in occasione del webinar EASO (European Association for the Study of Obesity) proprio sulla correlazione tra obesità e Covid-19 (5,6), si osserva che confrontando le caratteristiche dei pazienti ricoverati tra il 2017 e 2019 per infezioni polmonari e i pazienti Covid-19, la percentuale di soggetti obesi passa dal 23,5% al 31,5%.

Negli Stati Uniti, è stato osservato che tra i casi di pazienti ricoverati per Covid-19 le fasce più giovani presentavano in un’alta percentuale di casi una condizione di obesità. Nel dettaglio, è stato osservato che tra la fascia 18-49 anni il 59% era obeso contro il 41% degli over-65 (5).

Anche la situazione francese, descritta dal Dott. Pattou sempre in occasione del webinar EASO, si trova allineata con lo scenario inglese e statunitense: nei cluster di pazienti Covid-19 è stato osservato che la severità dei sintomi aumenta in maniera lineare con l’aumentare dell’indice di massa corporea (BMI) e che i pazienti con obesità grave hanno un rischio di dovere essere ventilati che è 7 volte maggiore rispetto ai pazienti normopeso (6,7).

Sulla base di questi dati, l’obesità è stata inclusa tra i fattori di rischio collegati ad un quadro più severo di Covid-19 e con una maggior rischio di mortalità.

L’obesità è una condizione spesso associata ad altri quadri patologici, come ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo-2, alterazione dell’equilibrio intestinale ed è caratterizzata inoltre da un livello di infiammazione sistemica da lieve a grave. Questo quadro infiammatorio è direttamente coinvolto nello sviluppo e nel mantenimento delle comorbidità elencate e soprattutto è stato associato ad una alterazione della funzionalità del sistema immunitario. Nel soggetto obeso, pare che sia il tessuto adiposo stesso a produrre una vasta gamma di molecole infiammatorie, chiamate citochine che vanno ad alimentare questo quadro di infiammazione diffusa. 

Tutti questi quadri patologici rappresentano dei fattori di rischio per una prognosi peggiore in caso di infezione da Covid-19. Inoltre, uno degli aspetti più critici dell’infezione da Covid-19 è rappresentato dalla cosiddetta “tempesta citochinica”, collegata ai quadri di peggiore insufficienza respiratoria e multiorgano, che potrebbe essere peggiorata nei casi di preesistente infiammazione generale come nei pazienti obesi (5,7).

Non è stato ancora possibile definire se i soggetti in sovrappeso e obesi siano più esposti al contagio, ma una volta contratto il virus, sono sicuramente esposti ad un rischio maggiore di sviluppare quadri clinici severi e complicanze.

La quarantena ha inoltre reso più difficile la gestione e la terapia dei pazienti con quadri di obesità severa e grave.

Queste evidenze, che emergono progressivamente con la conoscenza del virus e delle sue manifestazioni, potrebbero rappresentare la base su cui progettare interventi mirati di prevenzione e cura da parte delle istituzioni.

Riferimenti scientifici:

  1. Kass D.A. et al. 2020. Obesity could shift COVID-19 disease to younger ages. Lancet online; https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)31024-2.
  2. https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Infografica_11maggio%20ITA.pdf
  3. Huang C. et al. 2020. Clinical features of patients infected with 2019 novel coronavirus in Wuhan, China. Lancet;395(10223):497-506. 
  4. Grasselli G. et al. 2020. Baseline Characteristics and Outcomes of 1591 Patients Infected With SARS-CoV-2 Admitted to ICUs of the Lombardy Region, Italy. JAMA. doi: 10.1001/jama.2020.5394. 
  5. Muscogiuri G. et al 2020. Obesity: the “Achilles heel” for COVID-19? Metabolism.;108:154251. doi: 10.1016/j.metabol.2020.154251.
  6. https://easo.org/overweight-and-obesity-as-risk-factors-for-covid19-easo-webinar/
  7. Frühbeck G. et al. 2020. European Association for the Study of Obesity Position Statement on the Global COVID-19 Pandemic. Obes Facts. 2020;13(2):292-296.
Scarica: download